Le articolazioni della mano possono essere sede di diversi processi patologici che vanno dall'osteoartrosi fino alle varie forme di artriti, con conseguenze variabili da semplici artralgie a deformazioni anche gravi, causa di invalidità. La possibilità di identificare precocemente una artrite e di definirne il tipo e il grado di attività, può permettere di impostare una terapia adeguata, di monitorarla nel tempo e quindi di prevenire i danni causati dalla malattia bloccandone l'evoluzione. Il miglioramento degli interventi terapeutici e l'utilizzo di nuovi e potenti farmaci nella terapia dell'artrite reumatoide (RA), fanno sentire l'esigenza di un migliore approccio clinico all'artrite, in particolare per quanto riguarda la diagnosi, l'attività di malattia e il monitoraggio della terapia. La RA è una malattia cronica autoimmune caratterizzata da infiammazione sistemica e danno articolare, che colpisce circa l'1% della popolazione [1]. Le articolazioni più precocemente e frequentemente colpite sono le metacarpofalangee (MCF) e le interfalangee prossimali (IFP). Il riscontro di alterazioni in queste articolazioni può essere considerato indice di danno articolare diffuso. La radiologia tradizionale riveste un ruolo centrale nella diagnosi e nel monitoraggio della malattia, essa infatti consente di valutare la morfologia e la struttura dei capi ossei ed è ancora utilizzata come criterio classificativo ACR della RAdal 1987. Negli ultimi anni, tuttavia, è stato dimostrato che nelle fasi precoci il primo segno ad apparire è la sinovite e solo successivamente si consolida il danno osseo. Un evento cruciale nella patogenesi del danno articolare nella RA consiste nella formazione del panno e la neoangiogenesi è una condizione molto precoce che accompagna l'iperplasia sinoviale, con conseguente distruzione di cartilagine e osso. La vascolarizzazione sinoviale sembra correlare con l'attività e l'aggressività del panno reumatoide. Da qui la necessità di avere tecniche di imaging sensibili, capaci di valutare il grado e l'estensione della neovascolarizzazione intraarticolare, non visualizzabile attraverso la radiografia tradizionale. I primi tentativi di rilevare l'infiammazione e la proliferazione sinoviale attuati attraverso indagini di risonanza magnetica (MRI) hanno dimostrato che alcune alterazioni della sinovia correlano con l'evoluzione del danno articolare. Successivamente l'uso di mezzo di contrasto ha permesso di ottenere maggiori informazioni sulla presenza di vasi nello spazio sinoviale. La MRI è però un esame lungo, costoso, e presenta controindicazioni nel caso di impianti metallici, elettronici e nel caso di pazienti disabili o claustrofobici. Tra le nuove strategie diagnostiche, l'ecografia appare una tecnica molto promettente, che tuttavia non ha ancora raggiunto un grado di validazione e standardizzazione adeguato.

Ecografia con mezzo di contrasto delle piccole articolazioni : analisi cinetica

Tonietto, Matteo
2010/2011

Abstract

Le articolazioni della mano possono essere sede di diversi processi patologici che vanno dall'osteoartrosi fino alle varie forme di artriti, con conseguenze variabili da semplici artralgie a deformazioni anche gravi, causa di invalidità. La possibilità di identificare precocemente una artrite e di definirne il tipo e il grado di attività, può permettere di impostare una terapia adeguata, di monitorarla nel tempo e quindi di prevenire i danni causati dalla malattia bloccandone l'evoluzione. Il miglioramento degli interventi terapeutici e l'utilizzo di nuovi e potenti farmaci nella terapia dell'artrite reumatoide (RA), fanno sentire l'esigenza di un migliore approccio clinico all'artrite, in particolare per quanto riguarda la diagnosi, l'attività di malattia e il monitoraggio della terapia. La RA è una malattia cronica autoimmune caratterizzata da infiammazione sistemica e danno articolare, che colpisce circa l'1% della popolazione [1]. Le articolazioni più precocemente e frequentemente colpite sono le metacarpofalangee (MCF) e le interfalangee prossimali (IFP). Il riscontro di alterazioni in queste articolazioni può essere considerato indice di danno articolare diffuso. La radiologia tradizionale riveste un ruolo centrale nella diagnosi e nel monitoraggio della malattia, essa infatti consente di valutare la morfologia e la struttura dei capi ossei ed è ancora utilizzata come criterio classificativo ACR della RAdal 1987. Negli ultimi anni, tuttavia, è stato dimostrato che nelle fasi precoci il primo segno ad apparire è la sinovite e solo successivamente si consolida il danno osseo. Un evento cruciale nella patogenesi del danno articolare nella RA consiste nella formazione del panno e la neoangiogenesi è una condizione molto precoce che accompagna l'iperplasia sinoviale, con conseguente distruzione di cartilagine e osso. La vascolarizzazione sinoviale sembra correlare con l'attività e l'aggressività del panno reumatoide. Da qui la necessità di avere tecniche di imaging sensibili, capaci di valutare il grado e l'estensione della neovascolarizzazione intraarticolare, non visualizzabile attraverso la radiografia tradizionale. I primi tentativi di rilevare l'infiammazione e la proliferazione sinoviale attuati attraverso indagini di risonanza magnetica (MRI) hanno dimostrato che alcune alterazioni della sinovia correlano con l'evoluzione del danno articolare. Successivamente l'uso di mezzo di contrasto ha permesso di ottenere maggiori informazioni sulla presenza di vasi nello spazio sinoviale. La MRI è però un esame lungo, costoso, e presenta controindicazioni nel caso di impianti metallici, elettronici e nel caso di pazienti disabili o claustrofobici. Tra le nuove strategie diagnostiche, l'ecografia appare una tecnica molto promettente, che tuttavia non ha ancora raggiunto un grado di validazione e standardizzazione adeguato.
2010-02-12
49
CEUS, ecografia, tracciante, contrasto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/12715