I siti fragili rappresentano regioni del genoma particolarmente sensibili allo stress indotto da agenti che ritardano o inibiscono parzialmente la sintesi di DNA. In condizioni in cui il processo replicativo risulta perturbato, essi vanno incontro a interruzioni (gap) o delezioni osservabili sui cromosomi in metafase. Questi siti si estendono su vaste regioni, sono associati a geni, possono completare lentamente la replicazione e contengono brevi tratti di DNA ad alta flessibilità, ma non sono identificabili in sequenza. Il meccanismo molecolare che sta alla base della instabilità dei siti fragili coinvolge il malfunzionamento dei sistemi di controllo che segnalano i danni al DNA. Tecniche basate sull’ibridazione in situ fluorescente (FISH) rappresentano un valido strumento nella caratterizzazione delle aberrazioni cromosomiche e quindi permettono di eseguire studi approfonditi sui siti fragili. Scopo di questa tesi è stato quello di aumentare l’affidabilità di alcuni dati già disponibili in laboratorio per fornire ulteriori evidenze della correlazione tra le alterazioni della replicazione e l’espressione dei siti fragili. Sono state applicate tecniche di FISH convenzionale e di FISH su DNA elongato per capire se i siti fragili sono a replicazione tardiva ed effettuare analisi strutturali e funzionali ad alta risoluzione.
Approcci di citogenetica molecolare nello studio dell'instabilità dei siti fragili
Sartori, Cristina
2010/2011
Abstract
I siti fragili rappresentano regioni del genoma particolarmente sensibili allo stress indotto da agenti che ritardano o inibiscono parzialmente la sintesi di DNA. In condizioni in cui il processo replicativo risulta perturbato, essi vanno incontro a interruzioni (gap) o delezioni osservabili sui cromosomi in metafase. Questi siti si estendono su vaste regioni, sono associati a geni, possono completare lentamente la replicazione e contengono brevi tratti di DNA ad alta flessibilità, ma non sono identificabili in sequenza. Il meccanismo molecolare che sta alla base della instabilità dei siti fragili coinvolge il malfunzionamento dei sistemi di controllo che segnalano i danni al DNA. Tecniche basate sull’ibridazione in situ fluorescente (FISH) rappresentano un valido strumento nella caratterizzazione delle aberrazioni cromosomiche e quindi permettono di eseguire studi approfonditi sui siti fragili. Scopo di questa tesi è stato quello di aumentare l’affidabilità di alcuni dati già disponibili in laboratorio per fornire ulteriori evidenze della correlazione tra le alterazioni della replicazione e l’espressione dei siti fragili. Sono state applicate tecniche di FISH convenzionale e di FISH su DNA elongato per capire se i siti fragili sono a replicazione tardiva ed effettuare analisi strutturali e funzionali ad alta risoluzione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/13630