Recentemente l’impiego dei marcatori molecolari si è molto diffuso nella caratterizzazione genetica di specie e razze di animali sia per la produzione zootecnica che negli animali da compagnia. Molti sono i lavori che si sono concentrati nella caratterizzazione genetica delle diverse razze delle specie di interesse zootecnico (Bovini, Suini, Ovi-Caprini, Equini, Avicoli e Cunicoli). Il coniglio Nano non è esattamente identificabile come una razza, ma sicuramente si caratterizza per una serie di elementi morfologici inerenti le dimensioni di alcune regioni corporee (testa, tronco), il colore del mantello ed il temperamento docile. L’enorme interesse che tale coniglio ha assunto in anni recenti come animale da compagnia ha fatto si che molti dei requisiti tipici del coniglio nano “pet” (PET) stiano degradando sempre più verso forme di animali lontani dalla tipologia desiderata. Poiché in tale contesto zootecnico sono spesso incerte le origini e provenienze dei soggetti PET, la caratterizzazione genetica di soggetti appartenenti alla tipologia da compagnia potrebbe essere di estremo interesse in un mercato in crescita. L’obiettivo di questo lavoro è stato lo sviluppo e l’applicazione di un panel di microsatelliti ad una popolazione di conigli PET e di conigli commerciali da carne impiegati come “reference”. La popolazione PET (n = 128) è stata sottoposta a prelievi di sangue da padiglione auricolare, mentre per la popolazione commerciale (n = 32) sono stati utilizzati campioni di tessuto muscolare ottenuto dalla macellazione degli animali. Le matrici organiche dei due tipi di conigli sono state sottoposte ad estrazione del DNA con procedure standardizzate e, previa ricerca in silico di un panel di 22 marcatori microsatelliti, i campioni di DNA sono stati sottoposti ad analisi delle frequenze alleliche dei marcatori mediante l’uso di sequenziatore. Ciò allo scopo di ottenere dei valori di livello di variabilità e diversità genetica tra i soggetti delle due sottopopolazioni. La popolazione PET ha mostrato una maggiore diversità genetica (Allelic Richeness, AR =4,2) rispetto alla popolazione commerciale (AR = 3,4), ed ha inoltre evidenziato una deviazione significativa dall’equilibrio di H-W dovuta ad un eccesso di omozigoti (FIS =0,139), mentre la popolazione commerciale ha evidenziato un eccesso di eterozigoti, probabilmente dovuta al fatto che i soggetti risultavano incroci terminali da carne. La differenziazione genetica tra le due sottopopolazioni è risultata elevata, con un indice FST pari a 0,137. La popolazione commerciale si è sempre separata chiaramente dalla PET, con un’elevata proporzione di appartenenza (0,929) e senza la presenza di admixture. Al contrario, 6 il gruppo PET ha mostrato una struttura di popolazione più complessa ed eterogenea con molti più individui di origine “mista”. In definitiva è stato possibile identificare tre diversi cluster genetici di coniglio PET, prova di una elevata variabilità e possibile degenerazione dell’uniformità richiesta per questo tipo di animale.

Caratterizzazione genetica di conigli nani da pet e d'allevamento mediante l'utilizzo di marcatori molecolari microsatelliti.

Sturaro, Alessandro
2010/2011

Abstract

Recentemente l’impiego dei marcatori molecolari si è molto diffuso nella caratterizzazione genetica di specie e razze di animali sia per la produzione zootecnica che negli animali da compagnia. Molti sono i lavori che si sono concentrati nella caratterizzazione genetica delle diverse razze delle specie di interesse zootecnico (Bovini, Suini, Ovi-Caprini, Equini, Avicoli e Cunicoli). Il coniglio Nano non è esattamente identificabile come una razza, ma sicuramente si caratterizza per una serie di elementi morfologici inerenti le dimensioni di alcune regioni corporee (testa, tronco), il colore del mantello ed il temperamento docile. L’enorme interesse che tale coniglio ha assunto in anni recenti come animale da compagnia ha fatto si che molti dei requisiti tipici del coniglio nano “pet” (PET) stiano degradando sempre più verso forme di animali lontani dalla tipologia desiderata. Poiché in tale contesto zootecnico sono spesso incerte le origini e provenienze dei soggetti PET, la caratterizzazione genetica di soggetti appartenenti alla tipologia da compagnia potrebbe essere di estremo interesse in un mercato in crescita. L’obiettivo di questo lavoro è stato lo sviluppo e l’applicazione di un panel di microsatelliti ad una popolazione di conigli PET e di conigli commerciali da carne impiegati come “reference”. La popolazione PET (n = 128) è stata sottoposta a prelievi di sangue da padiglione auricolare, mentre per la popolazione commerciale (n = 32) sono stati utilizzati campioni di tessuto muscolare ottenuto dalla macellazione degli animali. Le matrici organiche dei due tipi di conigli sono state sottoposte ad estrazione del DNA con procedure standardizzate e, previa ricerca in silico di un panel di 22 marcatori microsatelliti, i campioni di DNA sono stati sottoposti ad analisi delle frequenze alleliche dei marcatori mediante l’uso di sequenziatore. Ciò allo scopo di ottenere dei valori di livello di variabilità e diversità genetica tra i soggetti delle due sottopopolazioni. La popolazione PET ha mostrato una maggiore diversità genetica (Allelic Richeness, AR =4,2) rispetto alla popolazione commerciale (AR = 3,4), ed ha inoltre evidenziato una deviazione significativa dall’equilibrio di H-W dovuta ad un eccesso di omozigoti (FIS =0,139), mentre la popolazione commerciale ha evidenziato un eccesso di eterozigoti, probabilmente dovuta al fatto che i soggetti risultavano incroci terminali da carne. La differenziazione genetica tra le due sottopopolazioni è risultata elevata, con un indice FST pari a 0,137. La popolazione commerciale si è sempre separata chiaramente dalla PET, con un’elevata proporzione di appartenenza (0,929) e senza la presenza di admixture. Al contrario, 6 il gruppo PET ha mostrato una struttura di popolazione più complessa ed eterogenea con molti più individui di origine “mista”. In definitiva è stato possibile identificare tre diversi cluster genetici di coniglio PET, prova di una elevata variabilità e possibile degenerazione dell’uniformità richiesta per questo tipo di animale.
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/13919