Il concetto di “piccolo è bello” è una teoria fortemente affermata e radicalizzata all’interno dell’economia italiana. Il nostro Paese è composto per lo più da un tessuto di piccole e medie imprese che da un lato trainano l’economia nazionale, ma dall’altro soffrono dei grandi colossi multinazionali presenti in numerosi paesi europei ed extraeuropei. Alla base del nostro sistema economico vi sono anche scelte politiche incentivate allo sviluppo delle piccole imprese, ma forse questo “nanismo” che caratterizza la nostra economia sta entrando in crisi. È vero che l’economia sta lentamente riprendendosi e sicuramente una piccola impresa è una soluzione più immediata per risolvere i problemi economici del paese, ma lo sviluppo di alcune grandi imprese, realmente fedeli alla nostra economia e che quindi non trasferirebbero sedi produttive e legali all’estero per ragioni economiche o fiscali, garantirebbe una crescita più costante ed elevata. L’elaborato analizza perciò le due tipologie d’impresa, descrivendone le caratteristiche, i pregi e i limiti, le cause e gli effetti di alcune possibili scelte manageriali dal punto di vista teorico. Vengono descritti brevemente alcuni indici di bilancio come preparazione alla successiva analisi strategica delle due organizzazioni. Le conclusioni infine non giudicheranno l’operato delle due tipologie d’impresa, né condanneranno un modello rispetto all’altro. Il dibattito è molto più profondo e dovrebbero essere analizzati anche fattori politici e non solo economici. Proporranno delle soluzioni ai problemi che effettivamente colpiscono le due aziende prese in esame, lasciando un libero giudizio su quale forma d’impresa sia più consona ed effettivamente da preferire.

Piccola e grande impresa a confronto: il ruolo della posizione nelle supply chain internazionali

Cavallini, Nicola
2017/2018

Abstract

Il concetto di “piccolo è bello” è una teoria fortemente affermata e radicalizzata all’interno dell’economia italiana. Il nostro Paese è composto per lo più da un tessuto di piccole e medie imprese che da un lato trainano l’economia nazionale, ma dall’altro soffrono dei grandi colossi multinazionali presenti in numerosi paesi europei ed extraeuropei. Alla base del nostro sistema economico vi sono anche scelte politiche incentivate allo sviluppo delle piccole imprese, ma forse questo “nanismo” che caratterizza la nostra economia sta entrando in crisi. È vero che l’economia sta lentamente riprendendosi e sicuramente una piccola impresa è una soluzione più immediata per risolvere i problemi economici del paese, ma lo sviluppo di alcune grandi imprese, realmente fedeli alla nostra economia e che quindi non trasferirebbero sedi produttive e legali all’estero per ragioni economiche o fiscali, garantirebbe una crescita più costante ed elevata. L’elaborato analizza perciò le due tipologie d’impresa, descrivendone le caratteristiche, i pregi e i limiti, le cause e gli effetti di alcune possibili scelte manageriali dal punto di vista teorico. Vengono descritti brevemente alcuni indici di bilancio come preparazione alla successiva analisi strategica delle due organizzazioni. Le conclusioni infine non giudicheranno l’operato delle due tipologie d’impresa, né condanneranno un modello rispetto all’altro. Il dibattito è molto più profondo e dovrebbero essere analizzati anche fattori politici e non solo economici. Proporranno delle soluzioni ai problemi che effettivamente colpiscono le due aziende prese in esame, lasciando un libero giudizio su quale forma d’impresa sia più consona ed effettivamente da preferire.
2017-09-01
disintermediazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/25068